Lombalgia

La lombalgia è il cosiddetto “mal di schiena” che oggi è un fenomeno assai diffuso anche
fra i giovani. E’ la principale causa di assenza dal posto di lavoro e pare abbia un’incidenza
del 40% sulla popolazione mondiale.
La lombalgia può avere tre classificazioni:
ACUTA (circa 6 settimane)
SUB-CRONICA ( sino alle 12 settimane)
CRONICA ( oltre le 12 settimane)

La regione lombare è formata da cinque vertebre. Fra le vertebre sono inseriti dei cuscinetti (dischi) di fibrocartilagine che agiscono come dei veri e propri ammortizzatori che ne impediscono lo sfregamento e proteggono a tutto tondo non solo le vertebre ma anche il midollo spinale. Esistono inoltre i nervi spinali che entrano ed escono dal midollo attraverso aperture fra le vertebre che ricevono informazioni dal tessuto epiteliale e inviano messaggi al tessuto muscolare.
L’intera stabilità della colonna è fornita dai legamenti e dai muscoli della schiena e dell’addome.
Durante il corso degli anni però i dischi perdono gran parte della loro capacità di assorbire gli impatti col suolo e le forze derivanti dal nostro corpo, causando fastidi di lieve entità oppure seri danni quando il disco fuoriesce dalla sua sede naturale ed entra a contatto con le radici dei nervi. In tal caso, si può avere un coinvolgimento del nervo sciatico con un dolore irradiato al gluteo e lungo la gamba.
Diagnosticare e classificare una lombalgia è un lavoro complesso e anche se la maggioranza dei casi riguarda il coinvolgimento dell’apparato muscolare, vi sono anche dei casi più gravi di natura patologica come tumori spinali, fratture delle vertebre, problemi neurologici, tanto per citarne alcuni, che esigono un approfondimento diagnostico come la RM o la TC.
Escludendo le cause patologiche o, dove sia necessario ricorrere ad un intervento chirurgico, la riabilitazione offre svariate possibilità al paziente affetto da lombalgia.
Le linee guida nazionali raggiungono conclusioni assai differenti a riguardo delle terapie manipolative  spinali considerandole non necessarie o un semplice palliativo, altre scuole di pensiero, non si esprimono ne a favore ne contro.
Doveroso a tal riguardo, citare un prestigioso autore e studioso del problema Thomas W. Myers che con il libro” Meridiani miofasciali” spiega quali siano le connessioni della fascia e dei muscoli che percorrono tutto il corpo,collegando la testa alle dita dei piedi e il centro alla periferia, e che orchestrano l’organizzazione delle forze gravitazionali e muscolari necessarie per la stabilità e il movimento. La visione che Myers ha di questi collegamenti è innovativa, riflette anni di esperienza personale “con le mani” e si giova dell’attento studio dei suoi predecessori. Da un gran numero di dettagli emerge un reticolo di bande tensionali e spaziatori ossei, capace di spiegare un corretta postura e gestualità e di fornire una risposta ai molti dolori e disfunzioni che un meccanismo sbilanciato può produrre.
Il lavoro sul corpo è stato a lungo considerato un approccio alternativo, a volte del tutto screditato,
tenuto distinto dalle teorie e terapie dominanti in virtù di assunzioni e metodi che non sembravano avere valore scientifico.
Allo studio Power House, il trattamento del dolore lombare prevede come primo approccio l’analisi visiva del paziente per stabilire quali forze di trazione abbiano contribuito all’instaurarsi del disagio  rticolare e il successivo lavoro di terapia manuale per il riequilibrio dell’assetto strutturale vertebrale e muscolare.La seconda sessione di lavoro, riguarderà l’assegnazione di specifici esercizi miranti a  etensionare la zona colpita che interessano anche la fase respiratoria. L’anamnesi di ogni paziente  stabilisce un protocollo di esercizi personalizzati (attivi e passivi) che possono svolgersi a terra o in piedi, oppure avvalersi delle attrezzature Pilates, o di una panca fit. In alcuni casi, si fa uso della terapia del  dolore come la tecar, ultrasuoni,magnetoterapia per facilitarne il recupero.
Vengono dati utili consigli sulla corretta postura da assumere a salvaguardia della colonna vertebrale o quando si decide di sollevare un peso da terra .

Cervivalgia

Il tratto cervicale è composto da 7 vertebre, le prime due C1 (atlante) C2 (epistrofeo) costituiscono la parte superiore e le rimanenti 5 costituiscono la parte inferiore. Le vertebre cervicali godono di maggiore motilità permettendo i vari movimenti della testa come rotazione,flessione, estensione.
Nel gergo comune quando si parla di cervicale ci si riferisce al termine medico di cervicalgia, infiammazione della muscolatura cervicale, a volte associato a mal di testa.
Il dolore può riguardare solamente il collo oppure irradiarsi alle spalle e talvolta alle braccia nei casi più gravi.
Il collo può venire sollecitato negativamente da ogni genere di movimento, da semplici posture scorrette che alla lunga producono stress meccanico esagerato rispetto a quello che è in grado di sopportare.

Altre cause sono la sedentarietà, l’uso di cuscini inadeguati, traumi di varia natura, ernie, artrosi, problemi occlusali o della vista, e altri ancora.
La diagnosi viene effettuata dall’ortopedico o da un fisiatra ricorrendo ad esami più accurati come RX, TAC,RM, elettromiografia se necessari, al fine di escludere complicanze più gravi.
Escluso ciò, quando il dolore persiste si intraprende un percorso riabilitativo per migliorare la funzionalità cervicale con esercizi mirati, insieme a norme educative e comportamentali di  salvaguardia.Con la terapia manuale il terapista effettua un detensionamento muscolare del rachide cervicale, dei trapezi e dei muscoli dorsali. Il programma di integrazione strutturale riguarda  naturalmente anche questa parte del corpo e la si effettua proprio per equilibrare eventuali squilibri che dalla parte inferiore del corpo salgono sino al capo.